Entrambe le serie delle mappe del Catasto napoleonico di Imola conservate in Sezione non comprendono un quadro d'unione coevo.
Inoltre le rappresentazioni del territorio effettuate dai periti incaricati sono redatte spesso secondo un orientamento diverso rispetto al nord geografico, indicato con il graficismo dei punti cardinali. Tali diverse inclinazioni avvenivano sia per ragioni di ottimizzazione del formato carta disponibile rispetto alle dimensioni del territorio da rilevare, sia in ragione dei diversi punti di vista privilegiati che l’autore voleva evidenziare, fra cui spesso i corsi d’acqua.
Per orizzontarsi quindi rispetto al territorio attuale, anche considerate le trasformazioni incorse in questi due secoli sia per interventi antropici sia per cause naturali, è opportuno avere un quadro d’unione delle mappe antiche su cartografia contemporanea.
Da tale insieme si evince come al momento della caduta del regime napoleonico, e quindi dell’interruzione del processo di formazione del catasto, per l’imolese risultassero completati i rilievi geometrico-particellari di base del territorio di pianura a nord della città (mappe serie prima).
Per quanto riguarda invece le versioni definitive degli elaborati, quelle che avrebbero dovuto andare in conservazione, cioè costituire le mappe ufficiali e definitive del Catasto, sembra che fossero state redatte solo per i tre territori più prossimi alla città stessa, aventi come perimetro sud la linea coincidente con la “Strada Maestra Romana” di ingresso e uscita dall’abitato (da ovest a est: mappa n. 546/2 di San Cassiano di Croce coperta, mappa n. 546/3 di Santo Spirito, mappa n. 546/1 di Santa Maria di Zello) nonché più a nord quelle di Vidiuno (mappa n. 546/4) e quella di Mordano (mappa n. 546/5). Ma, come meglio indicato nelle schede relative alle mappe, non si esclude che ne siano esistite altre che non ci sono pervenute. [CS, 14 mar. 2025]
